Archivio giornaliero 24 Febbraio 2022

DiMagnus

Piccole imprese e risparmio energetico

A volte il concetto di risparmio energetico è legato meramente al tipo di fonte energetica da cui approvvigionarsi, ma nella realtà vi sono molti modi per ottenere buoni risultati.

Prendiamo ad esempio i consumi di acqua di una civile abitazione o di un piccolo condominio, per quanto attiene l’uso della toilette o l’irrigazione di un giardino o di un orto. Nella stragrande maggioranza dei casi l’acqua necessaria viene prelevata dall’acquedotto, sprecando così acqua potabile pagata anche a caro prezzo, in qualche caso si preleva acqua da pozzi freatici, con relativi costi di pompaggio e filtraggio.

Provvedere alla raccolta e allo stoccaggio dell’acqua piovana può portare enormi risparmi e sinergie ambientali, semplicemente collegando le grondaie a contenitori che possono facilmente essere interrati e serviti da piccole pompe alimentate da un impianto fotovoltaico.

Per gli ambienti collettivi, quali palestre, piscine e scuole, sistemi di recupero del calore dagli impianti di trattamento dell’aria sono in grado di generare considerevoli risparmi sulle bollette e sono di facile applicazione a fronte di costi contenuti.

Altro tema è quello della mobilità individuale, che oggi vede spesso l’utilizzo esasperato dell’automobile, quand’anche potremmo fare uso di una bici o di un monopattino, elettrici o non, piuttosto che delle nostre gambe, con evidente risparmio.

DiMagnus

Risparmio energetico in agricoltura

Tra le attività a cui si presta meno attenzione in relazione ai temi energetici vi è l’agricoltura, ma in realtà essa ha un ruolo fondamentale nel risparmio energetico globale.

I miglioramenti tecnologici

Negli ultimi decenni le macchine agricole sono cresciute in dimensione, potenza e settori di applicazione, con un conseguente aumento dei loro consumi, legati fortemente all’uso di combustibili fossili, essendo il diesel il primo sistema di motorizzazione e di produzione energetica di queste macchine.

Sul mercato si stanno affacciando le prime innovazioni, con l’uso di biocarburanti, idrogeno e motori elettrici, ma il processo di sostituzione dei vecchi sistemi sembra lento e difficile.

I risparmi possibili sono invece già alla portata delle diverse aziende agricole nel reperimento dell’energia necessaria a far funzionare stalle, essiccatoi, caseifici, impianti di conservazione e di trasformazione dei prodotti alimentari.

Sfruttare due volte i raggi solari

Il largo impiego del fotovoltaico sui tetti delle stalle e dei magazzini, la possibilità di installare impianti eolici, l’utilizzo dei reflui animali, dei cascami agricoli e delle biomasse per la produzione di biogas, offrono al mondo agricolo l’opportunità di influire positivamente sia sul risparmio energetico che sulla riduzione del consumo di combustibili fossili e delle relative emissioni in atmosfera.

In particolare, proprio l’utilizzo di scarti agricoli, deiezioni animali e cascami, indirizzati alla produzione di biogas, rendono disponibili alle aziende agricole energia elettrica e calore in quantità, potendo sfruttare tutte le possibili applicazioni anche laddove vi siano necessità di refrigerazione per la conservazione delle derrate alimentari con la tecnologia delle pompe di calore.

Il tutto senza dimenticare che proprio gli agricoltori potrebbero beneficiare della geotermia superficiale.

DiMagnus

Industria, uno sguardo al futuro energetico

Di grande attualità in questi mesi di fortissimi rincari del costo dei combustibili, è il tema del risparmio energetico nelle diverse attività industriali.

Le normative di recente approvazione in Europa e nel mondo, tendenti a incentivare l’abbandono del carbone e di alcuni idrocarburi pesanti dalla produzione energetica, hanno spostato la domanda sul gas naturale e sulle forniture di energia da fonti rinnovabili, con l’effetto di agire sulla ben nota legge delle domanda e dell’offerta che ha immediatamente comportato un enorme incremento dei prezzi del gas naturale.

Nel mentre la ripresa economica post Covid ha causato l’aumento della domanda di prodotti petroliferi e un conseguente innalzamento anche dei prezzi, rendendo così ancor più necessario un ripensamento dei sistemi di produzione industriale dell’energia.

La tecnologia da tempo affronta il tema della diminuzione dei consumi energetici nei processi produttivi, ma vi sono limiti al di sotto dei quali non si può andare, e la crescita costante della produzione di beni nel mondo genera un continuo aumento dei consumi energetici a prescindere.

Una grande speranza si è accesa in questi ultimi mesi con l’affacciarsi dell’idrogeno quale vettore energetico di prossimo utilizzo, ma sono ancora necessari enormi progressi tecnologici al riguardo.

DiMagnus

Soluzioni energetiche industriali

Mentre per i macrosistemi, la grande industria, i trasporti e le collettività si stanno cercando soluzioni per la transizione verso un significativo risparmio energetico e una riduzione delle emissioni inquinanti, ognuno di noi può già impattare positivamente su entrambi.

L’impiego del fotovoltaico, del mini eolico, della geotermia e oggi anche delle caldaie a idrogeno e delle celle a combustibile, consentono ai privati cittadini di potersi dotare di sistemi di grande efficienza energetica, spesso con una notevole se non totale riduzione delle emissioni nocive.

La stragrande maggioranza dei tetti delle abitazioni rurali e delle ville o villette offre la possibilità di installazione di impianti fotovoltaici in grado di garantire la totalità dei consumi energetici delle famiglie che le abitano, con la prospettiva di poter essere pienamente autonomi se non addirittura fornitori di elettrici alla rete.

Dove le condizioni ambientali lo consentano, l’installazione di mini impianti eolici, tradizionali o ad asse verticale, sono capaci di soddisfare bisogni anche maggiori, quali ad esempio quelli di un condominio di molti piani.

Meno sviluppato ma di sicuro valore è l’utilizzo di impianti geotermici e di caldaie a idrogeno, così come delle celle a combustibile, ma la strada verso il risparmio energetico sembra in ogni caso di rapida applicazione.

DiMagnus

Edilizia, come risparmiare energia in questo settore

Il settore edile è già da anni alla ricerca di tutte le soluzioni per un forte risparmio energetico in tutta la sua filiera produttiva.

L’inquinamento dovuto alla cementificazione

Spesso accusato di essere un grande inquinatore, specialmente nella produzione di cemento e di piastrelle, dove gli attuali impianti sono fortemente energivori e consumano prevalentemente combustibili fossili, anche laddove siano passati al gas naturale, tutto il mondo edile è attento a una forte e progressiva riduzione dei consumi energetici.

Si dovrà affrontare anche un profondo cambio di filosofia, ad esempio modificando il metodo di fornitura energetica dei cementifici, spesso utilizzati alla scorta di inceneritori impropri, dove disfarsi di rifiuti solidi urbani non riciclabili ma ricchi di potere calorico, tanto necessario alla produzione del cemento.

Tuttavia è la filiera dell’edilizia nel suo complesso a dover fare un grande sforzo di adeguamento al risparmio energetico e, conseguentemente, alla riduzione del riscaldamento globale.

Intervenire su logistica e riciclaggio

La logistica è forse la parte su cui si può già intervenire proficuamente, riducendo gli spostamenti dei materiali dalle aree di produzione alle aree di utilizzo senza dover percorrere migliaia di chilometri dalla fabbrica all’impiego, adeguando i sistemi di trasporto alle motorizzazioni ecologiche.

L’uso di materiali riciclati, di nuovi materiali a minor impatto ambientale e con migliori caratteristiche rispetto agli attuali, con cicli produttivi green e a basso impatto energetico, le innovazioni tecnologiche, architettoniche e ingegneristiche potranno consentire al settore di ridurre l’impronta lasciata sull’ambiente arrivando ad apportare grandi benefici sia alla filiera produttiva sia alla riduzione delle emissioni di gas serra e calore generati nei processi di realizzazione dei materiali edili.

Oggi disponiamo di cementi alleggeriti al graphene, di asfalti additivati al graphene, di polimeri di ultima generazione capaci di ridurre il bisogno di cemento e bitume in strade e palazzi: l’edilizia sarà il primo settore a dare un apporto importante al risparmio energetico globale.

DiMagnus

Convertire i mezzi di trasporto per risparmiare energia

Uno dei temi di grande attualità in materia di risparmio energetico riguarda l’impatto della conversione della mobilità attuale, basata prevalentemente sui motori a combustione interna alimentati da combustibili fossili; l’intento è sostituirli rapidamente con motori elettrici alimentati da accumulatori, con motori alimentati da combustibili ecologici provenienti da fonti rinnovabili o celle a combustibile alimentate a idrogeno.

Non solo auto elettriche

Quando si affronta il tema della mobilità in generale, si deve aver ben presente il quadro complessivo rappresentato dai vari settori: mobilità individuale, collettiva e trasporto merci.

Sulla mobilità individuale ci si sta orientando molto, sia in termini di attenzione sia in termini di indirizzo politico, verso soluzioni che la tecnologia ci mette già a disposizione, come la motorizzazione elettrica delle automobili e in genere dei piccoli veicoli a motore come le motociclette o i monopattini.

Rimane ancora irrisolto il problema delle autonomie per i veicoli alimentabili con accumulatori elettrici, mentre la strada è ancora lunga e in salita per le applicazioni relative alle celle a combustibile o all’uso di biocarburanti, anche se la scienza sta dando quotidianamente risposte interessanti e, per certi versi, immediatamente attuabili.

Rimpiazzare milioni di veicoli richiede tempo

Non si deve però dimenticare che sostituire il parco circolante mondiale delle sole automobili è una vera e propria fatica di Ercole, che passa attraverso la totale trasformazione di sistemi produttivi attraverso investimenti ingenti investimenti, la costruzione di una efficiente rete di alimentazione di e di tutto ciò che vi gira attorno, dalle officine meccaniche al riciclaggio delle batterie.

Migliore è la situazione quando si parla di mobilità collettiva: molte reti ferroviarie per il trasporto passeggeri e praticamente tutte le reti di metropolitana sono elettrificate, gran parte delle flotte di autobus cittadini sono dotati di motorizzazioni ibride o totalmente elettriche, sulle reti extraurbane stradali sono già presenti automezzi dotati di motorizzazioni ecologiche anche sulle grandi distanze e la sostituzione dei veicoli con motori diesel sta avvenendo rapidamente.

Qualche passo avanti si sta facendo anche sulle grandi navi da crociera, con le prime motorizzazioni a gas naturale, così come sulle navi per il trasporto merci con i primi motori ad idrogeno, ma il 99% del trasporto merci avviene e avverrà ancora per molti anni utilizzando motori a combustibili fossili.

Lo stesso dicasi ovviamente per tutto il trasporto aereo, da cui si ricava che il contenimento energetico e la riduzione dell’impatto sul clima del pianeta da parte di questi settori rimangano obiettivi molto lontani.

DiMagnus

Per fermare il riscaldamento globale, l’uomo dovrà modificare i processi produttivi industriali

La sfida del ventunesimo secolo è tutta incentrata sul controllo del cambiamento climatico e delle conseguenze dell’incremento medio di temperatura sulla nostra società, sul mondo animale e sulla produzione di beni primari.

Effetto serra e riscaldamento globale

Ormai assodato come le attività umane stiano comportando la crescita repentina delle temperature medie del pianeta, con innumerevoli ed evidenti ricadute sul clima che a loro volta si riverberano sui cicli di vita degli altri esseri viventi, abbiamo la necessità di riprogrammare l’uso delle risorse energetiche per mettere un freno al riscaldamento globale.

Parliamo diffusamente di gas serra provenienti dalle nostre attività, spesso concentrando l’attenzione sull’uso dei combustibili fossili per l’autotrazione o per la produzione di energia elettrica, e siamo meno attenti ai processi industriali che sono grandi fonti di calore e conseguentemente di emissioni di anidride carbonica; a oggi per questi non vediamo soluzioni immediate di risparmio energetico o possibilità di conversione verso sistemi a ridotto impatto ambientale.

Molteplici problemi da risolvere

Mentre ci risulta facile affrontare temi quali la sostituzione dei combustibili fossili nella produzione di energia elettrica, avendo anche a disposizione il crescente utilizzo delle fonti rinnovabili per assolvere alla domanda di elettricità, grazie alla messa in esercizio di mega impianti eolici e fotovoltaici in tutto il mondo, ancora non viene preso in esame l’aspetto legato a tutti quei processi produttivi che hanno bisogno di grandi quantità di calore.

Dall’industria metallurgica, di certo la più assetata di energia e tra le più inquinanti, dato il largo uso del carbone, fino all’industria alimentare, che usa il calore per le cotture e la conservazione dei cibi, per la formatura dei contenitori, siano essi di vetro o di plastica, passando attraverso i materiali per l’edilizia, quasi non esiste processo industriale che, pur utilizzando energia proveniente da fonti rinnovabili, non produca calore in grandi quantità.

Come migliorare la salute del pianeta

Per questo, come dicevamo, oltre al controllo delle emissioni con effetto serra di cui tutti siamo preoccupati e a cui tutti guardiamo con ansia crescente, non basterà limitare la CO2 e il metano immessi nell’atmosfera terrestre per abbassarne la temperatura, ma dovremo iniziare a riprogettare processi produttivi come quello delle piastrelle ceramiche o del riciclo della carta, dell’estrazione dello zucchero dalle barbabietole o della tostatura del caffè.

Per ridurre la quantità di calore che apportiamo quotidianamente all’atmosfera terrestre dovremo certamente sfruttare la possibilità di produrre l’energia elettrica necessaria per questi processi industriali a partire dalle fonti rinnovabili, quali vento e sole: questo ci aiuterà a ridurre l’uso dei combustibili fossili fin qui impiegati in sistemi di combustione, dove il calore viene convertito in energia elettrica attraverso la produzione di vapore ad alta pressione, che poi va a cedere il calore accumulato in acqua di raffreddamento, contribuendo a innalzare la temperatura del pianeta.

Oggi l’attenzione dei ricercatori e dei legislatori è fortemente indirizzata al solo contenimento delle emissioni inquinanti e alla riduzione dell’effetto serra, ma nell’immediato futuro dovremo porre mano anche al minor impatto di diffusione termica di tutti i processi produttivi che al momento danneggiano quotidianamente la Terra.